Chi è Rocco?
Rocco è un giovane Notaio che lavora tra le provincie di Napoli e Caserta. è titolare di uno studio notarile ad Afragola (NA) e di un recapito nella città di Caserta. Viene da una famiglia semplice, di piccoli imprenditori, non di notai, avvocati o giuristi. È un ragazzo che ha fatto una scommessa con se stesso: seguire una strada tutta sua; che da solo ha costruito il suo avvenire seguendo la sua passione per lo studio, riuscendo così a realizzare il suo sogno: diventare Notaio.
Cosa volevi fare da grande?
Tendenzialmente per un giovane studente di giurisprudenza le figure professionali di riferimento sono l’Avvocato, il Notaio o il Magistrato. Io non ho mai avuto dubbi, per me non c’erano altre strade da seguire, soprattutto per il ruolo che il Notaio svolge nella società contemporanea.
Che ruolo ha la figura del notaio nella nostra società?
La nostra è una società veloce, in continuo cambiamento. I tempi serrati, la velocità degli affari, delle trattative, non può prescindere dalla supervisione del Notaio che svolge un controllo di legalità quale garante delle trattative tra i privati. Ritengo che in un’economia di libero mercato, di forte globalizzazione, di interscambi continui, non si possa prescindere dal ruolo di garanzia e di controllo preventivo del Notaio; un controllo di legalità che il Notaio è in grado di esercitare dalla prima all’ultima parola di ogni singolo atto notarile.
In cosa consiste la professione del Notaio?
Nell’immaginario collettivo spesso il Notaio è visto come un formalismo eccessivo, un costo inutile, forse perché noi Notai non siamo stati dei buoni comunicatori; non siamo riusciti a trasmettere all’esterno l’essenza di questa antica professione.
Ogni giorno vengono sottoscritte centinaia di compravendite. Si pensi a tutte quelle giovani coppie che acquistano casa, contraggono un mutuo, e che considerano questo momento un importante punto di partenza in cui ripongono tutte le loro speranze. Oppure si pensi alle tante imprese, centinaia di start-up, che, per il tramite di un atto notarile, vedono la luce sul territorio nazionale ogni singolo giorno. Ebbene tutto ciò passa per l’attività del Notaio; è sottoposto alla sua supervisione, alla sua consulenza, al suo controllo di legalità. Nell’accezione comune il Notaio è figlio di Notaio e lo studio si tramanda da padre in figlio. Nulla di più falso. È un luogo comune da sfatare. I miei genitori non hanno nulla a che vedere con il mondo notarile. Questo è un messaggio importante, soprattutto per i giovani. Vengo da una famiglia semplice che non ha alcuna “tradizione giuridica”. Solo grazie al mio impegno, alla mia dedizione e preparazione, sono riuscito ad intraprendere questa professione. Ed io non sono affatto un’eccezione. Solo una piccola percentuale dei Notai italiani è figlio d’arte. Per diventare Notaio occorre superare un concorso nazionale, bandito dal Ministero della Giustizia, un concorso a cui tutti i giovani laureati in giurisprudenza possono partecipare. Agli studenti della Federico II voglio ricordare che tutto è possibile. Basta studiare, impegnarsi.
Sei arrivato a questo grandissimo risultato in giovane età. È un obiettivo raggiunto o una rampa di lancio?
Per me è innanzitutto un sogno che si è realizzato. Aver raggiunto questo risultato per me è stata un enorme soddisfazione così come per la mia famiglia. Appena ho raggiunto questo obiettivo ho capito però che era solo un punto di partenza. Il Notaio si fa sul campo. Ogni giorno bisogna dimostrare ai clienti di essere all’altezza della situazione. Il cliente ti racconta i suoi problemi, le sue preoccupazioni, le sue aspettative, e ti chiede delle soluzioni. E’ qui che deve emergere la professionalità e la preparazione del Notaio. Anche noi dobbiamo fare i conti con il mercato, con la clientela che viene a bussare allo studio. Bisogna sempre essere preparati, aggiornati; si pensi alle norme fiscali e tributarie che cambiano ormai quotidianamente.
Tu sei stato studente e poi hai insegnato. Com’è stato questo passaggio?
Io ho iniziato gli studi presso la Federico II e mi sono laureato lì. Ho proseguito gli studi anche dopo la laurea. Ho fatto un dottorato di ricerca presso la Federico II ed ho avuto la fortuna anche di fare delle pubblicazioni, di scrivere degli articoli scientifici sempre sulle materie attinenti al notariato. Ho ricevuto in affidamento dei contratti di docenza presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali e quindi ho tenuto dei moduli di insegnamento ai futuri Avvocati, Magistrati e Notai. Ero molto giovane, mi sono laureato presto, a 23 anni. Il Dottorato è stata un’altra esperienza preziosa che mi ha dato tanto. Ho seguito il Dottorato sia a Napoli, alla Facoltà di Economia e Commercio della Federico II, sia in Spagna, a Valenzia. Il mio era un dottorato in co-tutela gestito da due diversi atenei.
Che peso ha la Federico II di Napoli all’estero?
In base alla mia esperienza posso dire che ha una fama di tutto rispetto. Ha una grande ed immediata riconoscibilità all’estero. È un punto di riferimento anche fuori dall’Italia.
Il rapporto con i ragazzi da docente che tipo di sensazioni ti ha dato? E che rapporto avete avuto?
L’università, l’accademia, l’insegnamento sono un mondo fantastico, meraviglioso, che ti forma, che ti fa crescere. A causa della professione sono stato costretto, purtroppo, ad allontanarmi a malincuore dall’università. Il rapporto con i ragazzi e con gli studenti però è stato bellissimo. Io vivo il rapporto con gli studenti come un confronto continuo, reciproco, uno stimolo a studiare, a cercare risposte.
Ai giovani che leggeranno e vedranno la tua video-intervista quale consiglio daresti per introdursi nel mondo del lavoro una volta conclusa l’Università?
Consiglio, in primis, di fare bene l’Università, di seguire le proprie potenzialità e di farlo con grande passione, di arricchire il proprio bagaglio culturale e di impegnarsi al massimo per costruire il proprio futuro. Con il giusto impegno gli obiettivi si raggiungono. Sempre.
Cosa rappresenta per te Federico II?
Federico II in un certo senso mi “perseguita”. Ho fatto l’università presso la Federico II, la mia prima sede notarile è stata una località della Basilicata che si chiama Melfi, una cittadina in cui Federico II ha promulgato le Costituzioni di Melfi, un primo codice di leggi particolarmente avanzato per quell’epoca. Per questo dico che Federico II mi segue (o, più correttamente, sono io che seguo lui): l’ho trovato all’università, nella mia prima sede notarile, a Melfi, e quindi lo porto sempre con me, come un portafortuna, un esempio di lungimiranza e di amore per la cultura. Grazie a lui ho conosciuto tantissime persone dentro e fuori l’università che tutt’oggi fanno parte della mia vita.
Rocco, chi hai avuto come mentore? A chi ti sei ispirato?
Ringrazierò sempre il mio “dominus”, da cui ho imparato tutto, un Notaio napoletano, Stefano Santangelo. Tutto quello che so, nella mia professione, lo devo anche a lui. All’università sono stato molto fortunato ad incontrare il Professor Ernesto Briganti, che mi ha seguito durante tutto il mio dottorato. È stata una figura illuminante: un grande professore sotto il profilo scientifico ed una persona eccezionale sotto il profilo umano. Un vero signore. Ecco, loro sono i miei punti di riferimenti.
Cosa vuoi fare da grande?
Sto bene così. Voglio solo fare bene il mio lavoro, il Notaio.
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