Buongiorno Paolo, cos’è Store Uomo, un negozio dove le persone possono trovare la propria dimensione di outfit?
Sì, è un concetto di negozio grande che raccoglie un po’ tutto. Prodotti attuali, prodotti classici, prodotti dandy, classico aggiornato. Offriamo tutto per tutte le tasche. Siamo nel Centro Direzionale per consolidare il nostro brand che portiamo avanti la terza generazione.
Comincia tutto con nonno Salvatore?
Si, inizia con un banco all’esterno della zona di Porta Capuana a Napoli. Da lì nasce l’amore e la passione per il figlio Alfredo mio padre. Nonno e Papà si sono legati sia nella vita privata che nel lavoro, portando avanti il loro concetto di sartoria e vendita al dettaglio. E negli anni ‘70, ‘80 e ‘90 lasciando un segno importante.
Come è cambiato il commercio da quando ha iniziato il nonno?
È cambiato tutto. Le abitudini, il modo di vestire, la conoscenza dell’abbigliamento, dei tessuti, dei tipi di filati, dei materiali e dei trend. Oggi la conoscenza è molto minore anche in relazione alle problematiche economiche che stiamo affrontando.
Qual è la chiave di successo delle vostre attività partendo dal Nonno Salvatore passando per il figlio, per arrivare a voi cinque fratelli, tutti nell’abbigliamento?
Crediamo tutti nello stesso unico intento, abbiamo tutti la stessa passione e lo stesso modo di operare. Il punto di forza è stato proprio questo: una squadra compatta con decisioni chiare, idee chiare e un amore sviscerato per l’abbigliamento.
Salvatore, Armando, Fabio, Roberto insieme a te Paolo costituite la terza generazione del gruppo Sibillo. Come vi diversificate come operatività?
Ognuno ha un punto vendita dove ognuno ha il proprio target, dal prodotto medio al prodotto raffinato, al prodotto molto alto, di nicchia e infine al fratello che si occupa della produzione dei brand di nostra prorpietà.
Quanto è importante l’outfit per un uomo oggi che si vive di apparenza?
In una scala da 1 a 10, 8. È molto importante.
Che cosa chiedono i clienti ad un abito?
Comfort, qualità e ovviamente, anche un rapporto qualità/prezzo adeguato ai tempi di oggi.
La richiesta più strana fatta da un cliente?
Un abito buono, prezzo buono, che vesta bene e di alta qualità. Aveva le idee chiare ed io le avevo altrettanto chiare e l’ho accontentato.
Quanto è importante il personale in una struttura come la vostra?
Da 1 a 10, 10. Il personale oggi, è quello che fa la differenza. La gente è un po’ disorientata, ed il personale fa da consulente e aiuta anche a fare una chiacchiera, a prendere un caffè. A ogni cliente, come da vecchia abitudine di famiglia, offriamo un vero caffè napoletano fatto con la moka.
Voi vendete e producete abbigliamento Made in Italy, i vostri clienti lo richiedono o si accontentano del prezzo?
C’è chi si accontenta ma tanti ce lo chiedono. Noi siamo riconosciuti per il Made in Italy a Napoli. La nostra ricerca è di fornire un prodotto buono di qualità, buono per la fascia prezzi e, soprattutto, fatto in Italia.
Qual è la particolità della tradizione sartoriale Napoletana?
Solo noi sappiamo distinguere e soprattutto sappiamo vedere il prodotto napoletano nelle varie sfaccettature partendo dal rever, dal mezzopunto fatto sul rever, il bottone in madreperla, una cucitura corta, una cucitura lunga, un tessuto pregiato, un tessuto non pregiato, l’asola rifinita bene, ci sono tante sfaccettature che oggi devi essere un professionista per riconoscere tutte queste caratteristiche. Noi napoletani siamo cultori dell’abbigliamento e del Made in Italy.
Hai un’immagine da raccontare di quando eri bambino e andavi a lavoro con tuo padre?
Ricordo che venivo mano nella mano con mio padre e lui non aveva nemmeno il tempo di farmi sedere o di comprarmi un gelato perché c’era un via vai di persone spaventoso.
Il rapporto con i tuoi figli è come quello che avevi con il tuo papà?
Sto cercando di trasmettere a loro quello che è stato trasmesso a me, ovviamente, in chiave moderna. C’è bisogno di più dialogo con i figli, prima il modus operandi era diverso, oggi invece il dialogo è fondamentale.
Chi mi indichi come tuo riferimento, una persona a cui ti ispiri?
Mio padre, sia come genitore, sia lavorativamente. Una persona che ci ha dato tanto e ci lascerà tanto come bagaglio culturale e a livello umano.
Qual è l’intuizione più grande che ha avuto tuo padre?
Lasciare Calata Ponte di Casanova, zona molto trafficata negli anni 70 e 80 e venire qui nel Centro Direzionale, che allora era una palude, non c’era niente. Ha avuto una visione di 50 anni avanti di sviluppo, che attualmente gli ha dato ragione, permettendo di realizzare i suoi sogni e quelli dei suoi figli, sempre con l’unico suo intento, cioè di stare insieme e affiatati.
Cosa vuoi fare da grande?
Sicuramente l’abbigliamento è il mio pallino anche se oggi bisogna avere una visone a 360 gradi perchè il mercato sta cambiando.
Come ti formi ed informi?
Aggiornandomi sempre di più, girando sempre più showroom, girando tutta l’Italia cercando sempre di fornire il prodotto al passo con i tempi con la qualità sempre più elevata.
Un consiglio per un giovane che vuole aprire un’azienda di abbigliamento?
Di non improvvisarsi, di far fede alle tradizioni della propria famiglia e se non è del settore gli consiglierei di non aprire un negozio di abbigliamento perché c’è bisogno di una competenza altissima che va aldilà degli studi, di un sacrificio enorme e soprattutto di un’esposizione finanziaria notevole.
Come vedi il futuro della tua azienda?
Punteremo sul prodotto in Italia, sull’alta qualità e sul prezzo migliore sul mercato.
Se tu fossi il sindaco di Napoli oggi, quali sono le azioni che faresti per portare al centro della città il Centro Direzionale?
Innanzitutto riqualificazione. Creerei, eventi e interessi come sport, cultura, spettacolo per poter andare oltre la classica giornata lavorativa di uffici e tribunale.
Se fossi Presidente del Consiglio quale sarebbe la tua prima azione?
Inserirei subito la Flax Tax al 15%
Cosa ti aspetti per il futuro della tua famiglia, dei tuoi figli Valentina e Mattia?
Spero in un futuro veramente roseo, con meno problemi, e di realizzarsi nella vita in modo anche migliore del nostro.
Grazie Paolo.
Grazie a voi.
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