Chi è Nilo?
Un padre, un figlio, un’amico ed un lavoratore.
Cosa volevi fare da grande?
Volevo fare di tutto. Prima il Dottore, volevo salvare vite umane, poi il Pilota, ho insegnato per anni a scuola ed oggi… non lo so ancora.
In che contesto sociale sei cresciuto?
Un contesto popolare dove avevo genitori forti che mi hanno indicato la retta via.
Qual è l’insegnamento più grande che ti hanno dato?
I miei genitori mi hanno insegnato che nonostante potessero darmi tutto era giusto che me lo guadagnassi da me.
Hai avuto un mentore o ti sei ispirato a qualcuno?
Sono stato fortunato ad avere più mentori nei momenti giusti: all’università e quando mi sono affacciato al mondo del lavoro, mi hanno preso sotto la loro ala protettiva e mi hanno insegnato tanto.
Raccontaci del tuo primo lavoro
Ero un ragazzino del Liceo Scientifico ed ho cominciato in un ristorante come lavapiatti, l’ultimo anello della catena della ristorazione. Dal retro riuscivo a vedere tutto ciò che accadeva nella cucina, se sei un buon osservatore nelle retrovie capisci ed impari molto.
Qual’era la motivazione a fare un lavoro seppur umile?
I soldi, perchè volevo dimostrare di poter essere economicamente indipendente dai miei genitori che mi sono sempre stati vicino.
Qual’è stata la tua crescita professionale?
Ero uno studente come tanti, i miei genitori mi erano accanto nel giusto modo, nè troppo nè poco. Io però amavo le moto ed i viaggi e loro fin da piccolo mi hanno consentito di viaggiare un po’ per il mondo ed io volevo pagarmeli da me.
Dove hai viaggiato?
L’Europa fin da minorenne e poi dai 20 anni tutto il Sudamerica, tutto il Nord Africa, tutta l’Asia. Mi è sempre piaciuto viaggiare per trarne nuovi stimoli e nuove idee.
Sei stato professore
Si, di Educazione Fisica. Ho insegnato per 13 anni nelle scuole perchè ero ex-atleta di Pallavolo, ho giocato fino alla serie B. Ho sempre frequentato le palestre ed ho deciso di farne una professione ed insegnare sia nelle scuole sia nelle palestre che ho iniziato negli anni a costruire e a gestire.
Cosa ti ha portato a lasciare la professione statale per diventare imprenditore e quindi lavorare per te stesso?
L’adrenalina. C’è un’adrenalina diversa nel gestire dei centri sportivi con centinaia di ragazzi rispetto all’insegnamento a scuola.. I ragazzi mi hanno insegnato tanto ed ho avuto la possibilità di insegnare a ragazzi delle elementari, delle medie e delle superiori ed anche a miei coetanei come Docente della Scuola dello Sport.
Oggi di cosa ti occupi?
Di donare emozioni alle persone. A fine giornata ciò che rende molto felici ed appagati me ed i miei collaboratori sono i complimenti dei clienti che hanno apprezzato il nostro lavoro.
Le persone che vengono da te per un evento, che tipo di aspettative hanno?
Vogliono vivere un sogno. In una sola giornata noi ci giochiamo le aspettative di anni se non di una vita, mettendoci nei panni di una sposa che lo sogna da bambina. Chi vuole festeggiare con i suoi cari e trascorrere una giornata memorabile a volte non ha le idee chiare e si affida a te ed alle tue idee e ti affida un compito arduo. Noi di eventi ne facciamo 100/200 all’anno, il cliente ne farà forse uno nella vita e quell’evento sarà memorabile, bisogna capire ciò che desidera senza spingersi oltre e accontentarlo dandogli le giuste direttive per rendere quell’evento speciale.
Raccontaci la cerimonia più strana che hai organizzato
Un matrimonio senza lo Sposo, che per suoi problemi personali ci ha lasciato rapidamente e celebrare un matrimonio con la sola Sposa è stato molto particolare ma ci siamo riusciti. Al taglio della torta c’era solo la Sposa con lo Sposo in videochiamata.
Quanto è importante avere una buona reputazione professionale?
Molto importante è l’impatto iniziale con il cliente, lui subito capisce se vuole affidarsi a te. Ci è capitato che questo feeling non sia avvenuto subito, ma se avviene il cliente ti lascia carta bianca e sei tu a dover operare ma soprattutto ad avere la responsabilità forte di ciò che gli stai consigliando.
Che cos’è il successo professionale e come si avverte?
Credo che sia la gioia negli occhi della persona che ha festeggiato con te, la soddisfazione di un cliente a fine serata, la pacca sulla spalla mentre va via con quel sorriso è il Successo.
Imprenditori si nasce o si diventa?
Credo che si diventi, per una serie di incastri per una serie di eventi nella vita. Se esistesse una scuola per fare l’Imprenditore, io la farei e la consiglierei ai miei figli.
Cosa sono i figli?
Sono vita, sono tutto. Sono la motivazione a tornare a casa dopo una giornata forte e la motivazione ad andare avanti quando crolla qualche castello. La mattina mi sveglio, cerco i miei figli, loro cercano me ed anche solo per mezz’ora stiamo insieme e poi inizia una giornata diversa, forte, prorompente.
Cosa impari dai viaggi che fai?
Su questo sono un “ladro seriale” , osservo e cerco di imparare dagli altri per migliorare, mi guardo sempre attorno e cerco di portare qualcosa a casa. Sei partito come lavapiatti ed oggi sei un noto ristoratore che coordina un intero villaggio La perseveranza è fondamentale. Nel percorso lavorativo si cade, ci si rialza, ci sono salite e discese, perseverare è una caratteristica che deve avere chi vuole raggiungere gli obiettivi.
Che tipo di consiglio daresti ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro?
Il sacrificio è il punto focale del loro cammino, deve essere messo al primo posto. I giovani devono sapere che la fortuna non scende dall’alto, bisogna crearsela giorno per giorno con la perseveranza, con il nostro sorriso e la nostra carica. Partire la mattina con il sorriso è sicuramente diverso che partire con uno sbadiglio e la noia nell’anima. Ai giovani consiglio di inseguire i propri sogni, ciò per cui si nasce, perseguire la propria predisposizione anche contro il parere di tutti perchè solo svegliandosi la mattina per fare ciò per cui ci si seente portati si possono avere risultati a lungo termine. Ma, come ho detto prima, non bisogna dimenticare il sacrificio che non è perenne ma volto all’ottenimento degli obietti prefissi.
Grazie Nilo per questa chiacchierata.
Grazie a voi, a presto.
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