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Vivenzio Giovanni

Chi è Giovanni Vivenzio?

Giovanni Vivenzio nasce come brand “Giovanni Vivenzio Personal Branding” ho creato un personaggio per vendere auto. Le persone quando vengono da me non vengono per acquistare l’auto, ma vogliono una persona di fiducia cui consegnare il proprio denaro. Quando entrano nel mio salone, io do tutto subito, anche per quanto riguarda la scontistica. Molti clienti vengono da me perché hanno letto le oltre 700 recensioni su Google. Ma la cosa fondamentale è la sostanza della recensione, se è scritta con il cuore e parla di me e di come li ho trattati. Un quarto d’ora dopo che ha lasciato la mia concessionaria, al cliente arriva un wattsapp da parte mia con l’elenco delle cose che deve fare i primi 20 giorni dall’acquisto: pagare tassa di possesso e fare un controllo gratuito dell’autovettura ai 5000km. Do il numero verde della casa automoblistica, Renault o Dacia, e il mio numero del cellulare che è sia personale che aziendale e rispondo sempre, anche la domenica.

Hai detto di avere a cuore la tua crescita, quali sono le tue letture preferite?

Libri di marketing, libri di speaking public. Parlo di marketing e ascolto marketing anche di sera, di notte ascolto molti audiolibri di marketing, un argomento che mi affascina molto. Tra l’altro, oltre all’adesivo ho pensato un profumatore per auto su cui c’è il QR Code che porta alla mia app.

Da studente che lavoro volevi fare?

Volevo fare il cuoco. Mi diletto a casa a cucinare e forse se non avessi fatto questa strada, avrei fatto l’Alberhiero. Tornando al mio lavoro, ho finito gli studi e ci siamo dedicati a questa struttura creata da papà 35 anni fa, io che mi occupo del lato commerciale e mio fratello che si occupa del lato officina.

Che studi hai fatto e come è maturata la decisione di lavorare nell’azienda di famiglia?

Negli anni 90 sono stato per quasi 3 mesi negli Stati Uniti, ero andato per diletto e ci stavo rimanendo per lavoro nel settore automotive. Fu quasi una una scommessa dire a papà potrei rimanere qua ma voglio ritornare a casa e abbiamo scommesso su questo settore. Posso dire che ogni anno incremento quasi del 20% le vendite delle autovetture.

Giovanni cosa prevedi per il mercato dell’auto?

Si parla molto di metaverso, di digitalizzazione del mercato automobilistico, ci sono alcuni brand come Dacia che l’ha fatto 10 anni fa, con un’autovettura che si vendeva solo su internet e noi eravamo solo punto appoggio per il ritiro della vettura. Io sono abituato a fare preventivi con Wattsapp, con Facebook, con Messenger. Può essere che cliente si trova l’altra parte della città ed io dico “ma che problemi ci sono? Il preventivo lo faccio per telefono perché dovete venire? Venite a vedere l’autovettura quando siete convinti che la dovete acquistare”.

Cosa consiglieresti ad un giovane che sta avviando la propria start-up?

Ad un ragazzo che in questo momento sta cercando di trovare la sua strada in questo settore gli direi che è molto difficile rispetto a quello che poteva essere 30 anni fa. Le case automobilistiche si stanno evolvendo verso un tipo di vendita diverso, senza noi rivenditori.

Non esiste più l’emozione dell’acquisto dell’auto?

L’emozione no. Io penso che andremo avanti su un mercato sempre più freddo. Il cliente vuole acquistare l’auto, se la vede, se la sceglie, se la configura su internet e poi saremo noi che gliela dovremo consegnare. Il cliente può addirittura fare il finanziamento, avere l’approvazione, invia i documenti via email, all’approvazione del finanziamento firma tutta la documentazione con la firma digitale e poi noi saremo qui ad aspettarlo per la consegna. Da noi dovrà venire una volta all’anno per avere la sua macchina in piena efficienza con la manutenzione.

Nelle tue oltre 700 recensioni su Google ricorrono spesso le parole amicizia, dedizione, messa a disposizione e tanti altri oggettivi lusinghieri.

Il mio motto è il cliente entra come cliente ed esce come amico. Per questo motivo le persone ritornano da me. E quando ritornano o ritornano per acquistare o per essere consigliati. Ho detto prima che incremento le mie vendite del 20% ogni anno grazie alle referenze. Il cliente che viene ad acquistare la macchina da me è perché ha un parente o un amico che è già stato nostro cliente.

Ci hai indicato tuo padre come riferimento nella vita. Cosa ha insegnato a te e a tuo fratello?

Per creare questa azienda, papà è andato in anticipo in pensione per investire la liquidazione nell’acquisto del terreno e nella realizzazione della concessionaria per dare un futuro a me e mio fratello. Mi ha insegnato che se il cliente non viene in officina, bisogna andare a prenderlo a casa. Quando il cliente deve fare il tagliando si va a casa a prendere l’autovettura e poi la riporti quando è finita la manutenzione.

Quale è stata la difficoltà più grande che hai dovuto superare?
Il nostro ex commercialista, cui avevamo affidato ogni aspetto burocratico relativo all’azienda, ci ha causato problemi con la con l’Agenzia delle Entrate. Per quasi 2 anni abbiamo pagato le sanzioni. Un’altra azienda avrebbe chiuso e sarebbe ripartita da zero, ma poichè abbiamo un nome conosciuto abbiamo preferito affrontare il problema, ci siamo rimboccati le maniche e, se prima lavoravamo per due, abbiamo lavorato per quattro.

Giovanni, tu vendi auto in tutta Italia. Come è possibile?

Vendere auto in tutta Italia è molto semplice quando ti crei un nome ed hai tantissime recensioni positive. Un cliente da Modena mi ha detto di voler acuistare l’auto da me per le buonissime recensioni, perchè do una bella voglia e sono molto empatico. Ci ha inviato l’acconto, ci siamo organizzati per il ritiro dell’auto ed è venuto in treno, siamo andati a prenderlo alla stazione, l’abbiamo portato in concessionaria, abbiamo consegnato l’auto ed è tornato a Modena con un bel vassoio di paste napoletane.

Che consigli ti senti di dare ai tuoi colleghi imprenditori?

Uscite fuori dagli schemi, cercate di essere presenti sia come persona fisica sia come azienda. Perché il cliente ha bisogno di questo. Il cliente deve essere trattato come tu vieni trattato. C’è bisogno di empatia e sapere che come si da così si riceve.

Grazie Giovanni per aver partecipato a IBC23.

Grazie a voi per essere stati con me.

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