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Iodice Giovanni

Imprenditore di successo, self-made man, AD di “Lava e stira Iodice” che ha oltre 100 anni di storia, che lavoro voleva fare il piccolo Gianni?

Già all’età di dieci anni lavoravo nella lavanderia di mia madre per cui oggi sono 50 anni che svolgo questo lavoro. Partiti nel 1920 dalla lavanderia di mia nonna di via Kerbaker (dove ancora oggi c’è una sede) oggi abbiamo oltre 30 lavanderie di famiglia ed i miei figli rappresentano la quarta generazione. Nel 1994 nasce la “Lava e stira Iodice” per distinguermi dai miei fratelli e ho creato un franchising con tre tipologie di lavanderia: senza macchinari, con i macchinari nelle grandi città e self-service con alta tecnologia.

A che età Giovanni Iodice ha aperto il suo primo negozio?

Avevo diciannove anni.

Cosa volevi fare da grande?

Studiavo pianoforte e canto ,questa era la mia passione. Purtroppo però perdemmo un fratello e presi la responsabilità della sua lavanderia a Melito per aiutare la sua famiglia.

Quali sono state le tue prime difficoltà da imprenditore a Melito e che tipo di mercato hai trovato nel settore lavanderia?

Parliamo del 1984 ed allora la gente non spendeva quanto oggi nel settore della lavanderia. Oggi è molto diverso perché i capi sono molto costosi, se parliamo di firme, e quindi ci si affida alle lavanderie per mantenere sempre intatti i capi più preziosi.

So che tu facevi una sorta di comunicazione porta a porta consegnando direttamente tu i volantini per pubblicizzare la tua attività

Sì, per andare a prendere i clienti direttamente a casa facevo il porta a porta con grande sacrificio. I primi mesi le persone erano piuttosto diffidenti poi, hanno apprezzato la nostra perseveranza nel bussare sempre ai citofoni e risultò che la clientela proveniente dall’esterno era superiore a quella all’interno dei negozi.

Quindi creavi un rapporto empatico con i tuoi clienti

Sì, con questa perseveranza che dura ancora oggi, la famiglia Iodice a Napoli serve tutta l’elite: dal Grand Hotel Vesuvio alla famiglia Naldi con Royal, Continental, Santa Lucia a tutti gli alberghi 4 e 5 Stelle, dai teatri San Carlo, Bellini, Diana ai comandi generali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Abbiamo come cliente Villa Rosebery della presidenza della Repubblica che è particolarmente difficile entrare perché si prendono informazioni dalla terza generazione. La perseveranza da giovane ad andare avanti ha fatto sì che oggi la famiglia Iodice a Napoli è un nome importante.

Qual è stata la motivazione che ti spingeva al pomeriggio invece di fare pausa pranzo andare a citofonare per raccogliere i clienti?
Quello di mia Nonna era il primo negozio di Tintori del centro sud Italia ed io avevo l’ambizione di portare questo nome sempre più in alto. Oggi con la mia esperienza voglio dare la possibilità ai giovani di intraprendere questo tipo di lavoro

La fame di successo ti è passata o è sempre viva?

Nell’imprenditore la voglia di creare è fondamentale. Quando ho aperto il primo franchisor nel ‘94, dal marciapiede di fronte guardavo “la mia creatura” perché mi dava soddisfazione l’averla creata come negozio come colori come attività e avevo dato la possibilità a quei ragazzi, che ancora oggi sono lì, di lavorare nel settore.

Come è nata l’idea del Franchising?

Abbiamo creato il franchising delle lavanderie perché negli anni novanta c’era libertà di licenza e quindi chiunque poteva improvvisarsi abbassando il livello qualitativo e finendo per distruggere il mercato del settore lavanderie. Pensai di creare il franchising perché mi dava la possibilità di “clonarmi” e quindi espandermi dando certezze alla clientela ed eliminando la concorrenza poco qualitativa.

Sappiamo che tu sei molto impegnato nel sociale ed in politica per migliorare il tuo quartiere. Oggi tu non ti occupi solo della tua attività che crea posti di lavoro ma anche battaglie civiche per il tuo quartiere

Con gli anni, tantissimi imprenditori hanno lasciato Napoli e l’Italia ed hanno aperto le loro attività all’estero. Noi siamo Napoletani e amiamo la nostra città per cui consideriamo impossibile andar via, quindi l’impegno politico e sociale è per cercare di dare un contributo per far sì che non solo il nostro quartiere, ma tutta la nostra città sia ben voluta come era una volta non solo in Italia ma in tutto il mondo.

Se tu avessi la possibilità di parlare al giovane Gianni che iniziava l’attività imprenditoriale cosa gli diresti?

Al giovane Gianni e a tutti i giovani consiglierei di prendersi la responsabilità del proprio futuro e non aspettare il posto fisso. Oggi avvicinarsi al franchising dà la possibilità a un giovane di iniziare un’attività senza essere solo ma accompagnato da una casa madre ed un nome importante che lo può aiutare a crearsi il suo futuro.

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