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Bruno Giorgio

Giorgio, da bambino cosa volevi fare?

Sognavo di fare il pilota di F1. L’adrenalina e quella voglia di superare il limite mi ha sempre contraddistinto nella vita.

Superare il limite significa uscire dalla comfort-zone. Qual è la tua confort-zone? Limitarsi all’ordinarietà delle cose, quindi alla scontatezza è un limite che per molti può rappresentare una conve- nienza; io cerco invece di offrire al pubblico, a chi entra in con- tatto con me, qualcosa di di- verso che resti impresso. Nella spontaneità e nel creare qual- cosa di diverso si esprime sé stessi e si lascia una traccia di sé.

Giorgio Bruno che lavoro fa?

Mi reputo un creativo. Ho un’agenzia di comunicazione, Vegas Comunicazione, ma il termine agenzia di comunica- zione è poco indicativo. Amo far esprimere l’essenza delle persone, c’è sempre qualcosa da raccontare e far emergere quella realtà è il lavoro che mi piace offrire.

Qual è il racconto più piace- vole che hai fatto? “Traiettorie napoletane”, un prodotto di quest’anno in cui abbiamo cercato di dare una veste nuova a Napoli, raccon- tandola attraverso il calcio. Un racconto di Napoli totalmente sorprendente.

In questo momento siamo in un teatro. Cosa rappresenta per te il teatro?

Avendo fatto teatro, ricordo la prima volta che ho calcato il palco e l’emozione fortissima che mi ha sommerso che per fortuna non ho perso successi- vamente. Il teatro è mezzo che permette di aprire mente e cuore alle persone in sala. Il tea- tro è un modo di esistere e far percepire chi si è realmente at- traverso il ruolo da interpretare.

Nel costruire un’opera teatrale o un video di presentazione, quali sono gli elementi che ti guidano nella comunicazione? Per prima cosa ho bisogno di conoscere chi ho di fronte, vo- glio capire qual è il messaggio che il cliente vuole trasmettere. Interpretare la persona, im- mergersi nel suo modo di ve- dere la vita significa usare la macchina come filtro dei suoi stessi occhi, raccontandolo con un taglio creativo, senza però andare oltre il reale messaggio o la personalità che hai di fronte.

Qual è il miglior complimento ricevuto?

Attraverso le tue domande e il modo in cui ti sei posto, ho ri- scoperto una parte di me che la vita mi ha giocoforza co- stretto a mettere da parte.

Qual è la difficoltà più grande che hai incontrato? Comprendere quanto potessi fare la differenza lasciando li- bero sfogo all’estro.

Cosa diresti ad un Giorgio Bruno bambino?

Guarda ai tuoi sogni ed obiet- tivi perché se pensi solo a quel che fai e lo fai con passione non lavorerai neanche un giorno nella tua vita.

Da grande cosa vuoi diventare?

Vorrei lasciare una traccia che possa emozionare le persone, qualunque essa sia. Soprat- tutto mi auguro di restare quel che sono, continuare a realiz- zare produzioni che possano emozionare.

C’è un modello a cui ti sei ispirato?

Non un imprenditore come si potrebbe pensare, ma il pittore Edouard Manet, che diceva che non c’è niente di più difficile che rappresentare una rosa, perché quella rosa è stata già rappresentata e per rappre- sentarla attraverso i tuoi occhi e la tua percezione dovresti prima dimenticare tutte le altre rose che hai visto nel corso della vita. Un invito a non scen- dere a compromessi e restare se stessi che ha guidato il mio modo di interpretare la profes- sione in maniera molto perso- nale.

A chi ti senti di dire grazie?

Alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto senza intral- ciare la mia estrosità, lascian- domi la libertà di fare le mie scelte errate o meno.

Che consiglio ti senti di dare agli studenti della Federico II? Siate sempre quel che siete e provate a vedere il modo per-

sonale di svolgere la profes- sione scelta. Solo il vostro per- sonale modo di fare la vostra professione vi renderà unici. Verrete ricordati non solo per la professionalità, ma per il modo di esprimerla.

Avanti ad uno specchio cosa ti diresti?

Non perdere mai di vista i tuoi valori, perché non ne varrebbe mai la pena e cambieresti come persona.

Quale pensi sia il valore più importante che deve avere un imprenditore?

La parola, la parola data. Dare la parola e metterci la faccia sono due valori imprenscindi- bili. Dietro un grande imprendi- tore c’è un grande uomo. Diversamente o non si è un grande imprenditore o non si è un grande uomo

Chiudiamo con un messaggio alle imprese per questo 2023 alle porte

Auguro un 2023 di successi in cui possiate lasciare un segno di ciò che veramente siete. Siate la storia che volete rac- contino di voi.

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