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Marotta Gianfranco

Buongiorno Gianfranco.
Grazie.

Sei giovane ma hai un’esperienza di 9 anni nel settore della formazione, che tipo di settore è?
BeCurious si occupa di formazione professionale in tanti ambiti, dalla formazione in campo linguistico, informatico, sicurezza sul lavoro e tutta la formazione per entrare e per crescere nel mondo del lavoro.

Da bambino che lavoro volevi fare?
Da bambino pensavo a tutt’altro, sognavo di fare il medico. Perchè sin da piccolo volevo aiutare il prossimo, volevo rendermi utile alla società e per questo è nata inizialmente l’idea del medico.

E invece che tipo di studi hai fatto?

Ho frequentato il Liceo Classico e quindi l’Università nella Facoltà di Psicologia. Inizialmente non l’ho conclusa, ma ho ripreso il percorso di studi più avanti e terminerò a Luglio con la Tesi di Laurea.

Qual è stato il tuo primo lavoro?
Operatore di Call Center, settore nel quale poi sono rimasto per diversi anni prima di approcciare al mondo della formazione. Da operatore di call center sono diventato Team Leader, responsabile di commessa, poi mi sono distaccato e sono rimasto sempre nell’ambito commerciale, sia nel mondo telecomunicazioni sia energia elettrica e gas, e poi ho fondato la mia prima società che si occupava appunto di procacciamento di clienti per conto di aziende di telecomunicazioni, energia elettrica e gas.

Come è nato l’amore per la Formazione?
Quando avevo il call center mi occupavo principalmente della formazione del mio personale, cosa che mi ha sempre appassionato che mi è sempre stata riconosciuta come capacità principale quella di formare gli altri e di ispirare gli altri. Così nel 2019 ho deciso di dedicarmi esclusivamente al mondo della Formazione e di specializzarmi, di studiare ulteriormente e di fondare una società che si occupasse esclusivamente di Formazione.

Sei quindi tornato a quel che volevi fare da ragazzo: aiutare gli altri. Nella Formazione aiuti tante persone. Quanto impatta oggi la Formazione sulle aziende e sui cittadini comuni? 

Diciamo che dalla mia esperienza posso dire che soprattutto dopo l’avvento del Covid la formazione è diventata fondamentale, perché abbiamo imparato a dedicare più tempo a noi stessi e alla crescita personale, cosa che è diventata importantissima oggi anche per entrare nel mondo del lavoro, sia per rimanerci sia per crescere all’interno.

Come si passa da normale partita IVA ad eccellenza in un campo così difficile come la Formazione?
Credo che non ci sia una regola ben precisa. Sicuramente io ho percepito in maniera netta il momento in cui ho fatto il salto di qualità, o comunque ho provato a farlo, ed è stato il momento in cui ho deciso di mettermi pienamente in gioco dedicando tutto me stesso a quello che volevo fare, rischiando il tutto per tutto, imparando a delegare parte del mio lavoro, fidandomi dei collaboratori che avevo selezionato e mettendo tanto amore nell’idea di ciò che volevo realizzare.

Quindi le parole chiave sono passione, dedizione e soprattutto mettere tutto se stessi a favore dello sviluppo aziendale. A questo punto che cos’è BeCurius?
BeCurious nasce da un’idea, non è semplicente un ente formativo, vuole essere una community, vuole accogliere chi ha il desiderio di scoprire o di accrescere le proprie potenzialità.
Questa è l’idea di fondo che mi ha accompagnato sin dal primo giorno. Non mera ed esclusiva formazione one shot, ma un’azienda fatta di persone giovani e con approccio giovanile e diretto alle cose e alle persone, che vuole capire l’esigenza di chi è di fronte e accompagnarlo per realizzare i propri desideri.

Quali sono i tuoi riferimenti?
Non ho un riferimento specifico o un unico modello che ho deciso di seguire o di emulare. Reputo che non sia nulla di sbagliato l’emulazione, anzi sia giustissimo. Le persone di più grande successo hanno rimodulato un’idea e non sempre l’hanno creata da zero. Ho studiato tanto durante il mio percorso, ho seguito tanti coach, ho letto tanti libri, ho seguito di persona seminari, corsi, serate o semplici aperitivi che creavano comunità. Da tutte queste persone e da tante altre che non ho nominato, come da ogni persona che ho incontrato durante il mio percorso, che non fosse per forza un coach o un professionista, ho sempre cercato di trarre il meglio, ciò che più mi ispirava e che mi piaceva. Mettendo insieme tanti pezzi di questo puzzle, ho creato il mio modello personalizzato.

Se ti guardi indietro Gianfranco, che cosa hai lasciato?
C’è sempre qualcosa che avremmo potuto fare diversamente, avremmo potuto fare meglio o avremmo potuto fare e che non abbiamo fatto. Guardandomi alle spalle io sono soddisfatto del percorso che ho fatto. Errori ne ho commessi talmente tanti che sono campione olimpionico di errori ma da questi errori ho imparato, ho riflettuto e da lì sono ripartito e mi hanno aiutato a diventare la persona che sono oggi.

Quanto è importante saper capire quando è il momento di cambiare linea e adattarsi alla soluzione migliore per un problema?
Non è facile, è quanto di più difficile si possa fare, bisogna imparare a fermarsi e questo deve saperlo fare principalmente un imprenditore, bisogna avere la lucidità di capire quando è il momento giusto per non portare avanti una strada, di interromperla e valutare se intraprenderne una diversa. Dico che è importante che debba farlo principalmente un imprenditore, perché un imprenditore ha la responsabilità delle persone che che stanno insieme a lui.

Come vedi il tuo futuro?
Vorrei costruire oggi qualcosa di solido, lasciare ai miei figli un’azienda solida con un modello ben definito e che bisogna soltanto perseguire, gestire e coordinare. Quindi la mia idea da oggi in poi è quella di creare un modello, di definirlo, di costruirlo e di renderlo solido.

A chi senti di dover dire grazie?
Sono tante le persone che dovrei ringraziare e preferisco dire che tutte le persone che ho incontrato nella mia vita meritano un grazie. I genitori, gli amici, i collaboratori che ho avuto, tutte le persone che ho incontrato mi hanno trasmesso qualcosa e mi hanno concesso di diventare la persona che sono oggi. Il grazie più grande però devo darlo a mio figlio che semplicemente con la sua nascita mi ha dato uno sprint unico e mi ha trasmesso un senso di responsabilità e allo stesso tempo di determinazione e di gioia di fare le cose.

Che consiglio dai ai giovani?
Di perseguire la propria strada, di guardarsi dentro a fondo e di non avere assolutamente paura di cambiare percorso durante la propria vita. Bisogna essere soddisfatti di se stessi, bisogna essere contenti di fare quello che si fa. Non è importante la definizione di un ruolo preciso, non è importante il titolo ma è importante poter dire “sono felice di fare quello che faccio, perché lo faccio bene”.

Grazie Gianfranco.
Grazie a voi.

 

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