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Spagnuolo Francesco

Chi è Francesco?

Sono un uomo libero e di buoni costumi. La mia massima è “Far del bene fa stare bene”. Oltre ad essere un imprenditore, sono socio Lions International.

Da bambino che lavoro volevi fare?

A me è sempre piaciuto fare le pubbliche relazioni, stare a contatto con con le persone, mi ha sempre affascinato conoscere i pensieri delle altre persone e confrontarmi. Ho incominciato a 14 anni a fare il PR per le discoteche. Successivamente ho fatto l’animatore nei villaggi turistici e poi ho cominciato a lavorare per alcune agenzie immobiliari.

Il tuo iter lavorativo ti ha portato alla ristorazione.

Quello che mi ha spinto ad aprire questa attività è la voglia di valorizzare il nostro territorio, la nostra terra, la nostra regione. Nella nostra ristovineria offriamo tutti prodotti campani, vini campani. Perché io sono sono un un amante del Regno delle Due Sicilie e di Napoli.

Perché Monastero Ristovino?

Innanzitutto perché siamo di fronte al chiostro di Santa Chiara. Poi, facendo ricerche un po’ più approfondite a livello storico, siamo giunti alla conclusione che questi locali erano veramente un Monastero e un Convento delle Clarisse, un punto d’incontro tra le Clarisse e i Frati.

La tua attività si trova nel cuore di Napoli. Quanto è cresciuto negli anni il flusso di turisti?
Napoli è cresciuta tantissimo a livello turistico ed umanitario ma dobbiamo ancora crescere, c’è ancora tanto lavoro da fare. Nel 2016, quando ho aperto io, eravamo in 3 ristoranti, ora questa è zona di “movida”.

Cosa ti dicono i clienti turisti? Come ti parlano di Napoli?

Sono tutti quanti affascinati. Soprattutto sono attratti dal nostro modo di fare cui non sono abituati. Questo è quello che li affascina maggiormente: il modo di comunicare e di affrontare la vita.

Cosa consiglieresti agli studenti della Federico II?

Consiglierei di abbracciare i loro sogni e portarli alla realtà.

Cosa vorresti fare da grande?

Una vita serena insieme alle persone che amo e mi amano.

Che valori vuoi lasciare ai tuoi figli?

Soprattutto la solidarietà. Se facciamo del bene, prima o poi il bene ci ritorna. Fare del bene è come una ruota che gira la solidarietà. La solidarietà per le persone in difficoltà.

Ai turisti, oltre al Monastero Ristovino, cosa consiglieresti di visitare?

Il chiostro di Santa Chiara, il Cristo Velato, ovvero Cappella San Severo, Via Tribunali, la chiesa di Santa Luciella, con il teschio con l’orecchio e Piazza del Gesù. Inoltre porporrei un bel giro turistico esoterico che costituisce un tocco in più perché qui a Napoli siamo esoterici: convivono il Sacro e il Profano.

Agli startupper che stanno intraprendendo un’attività in proprio, quali consigli daresti?

Andare verso un sogno e far sì che il sogno diventi realtà. Le difficoltà ci sono in ogni attività, specialmente nelle startup, ma bisogna continuare con quella mentalità e con la fede di raggiungere la meta.

Se fossi il Presente del Consiglio per un giorno, qual è la prima manovra che faresti?

Non far allontanare i nostri giovani dalle proprie terre e quindi farle rimanere sul nostro territorio. Perché il nostro territorio è ricco a 360 gradi.

La cucina che tu fai non è solo un prodotto enogastronomico ma anche la somma della cultura della nostra terra. Quant’è importante tramandarsi questa cultura da padre in figlio e da generazione a generazione?

Secondo me tantissimo. Sono i veri valori che dobbiamo trasmettere ai nostri figli: la nostra cultura, che può essere anche cultura culinaria e cultura vinicola.

Grazie Francesco.

Grazie, alla prossima e un bacio a tutti.

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