Chi è Francesco?
Sono nato a Pompei e fin da bambino sognavo di lavorare nell’ambito delle tecnologie e delle scienze, di inventare cose nuove. Sono sempre stato un visionario.
Cosa ti ha trasmesso tuo padre?
La passione per il lavoro, l’onestà sicuramente, la calma: senza la fretta di dover fare i soldi a tutti i costi.
Hai delle icone di riferimento nel tuo lavoro?
Ammiro sicuramente Steve Jobs che ha avuto il vantaggio di essere americano, nella Silicon Valley hanno avuto la possibilità di acquisire finanziamenti anche per idee strampalate come erano le sue all’inizio. Olivetti è un bel modello. È il modello italiano, un’icona unica per il welfare che ha fatto in azienda. Tutta quella parte là è un modello di business che io cerco di imitare anche se ho pochi dipendenti.
Perché hai scelto di fare il programmatore?
Mi piaceva l’innovazione, volevo sempre cose nuove. I computer erano una cosa strana che nessuno conosceva. All’epoca la domanda era: “Cosa fa?” “Fa qualcosa con i computer” e programmatore non era una parola che era conosciuta.
Il programmatore cosa fa?
In poche parole, il programmatore è come un architetto: prende le idee, affronta il problema del cliente e cerca di risolverlo in modo razionale. Il primo lavoro che fa è razionalizzare la problematica e quindi spaziamo in qualsiasi ambito dopodichè cerca la soluzione a quella problematica, progetta la soluzione e cerca di realizzarla in forma di software. Quindi realizza un software per ottimizzare il lavoro e risolvere i problemi.
Qual è il problema più grosso che hai risolto con la tua programmazione?
In un’azienda di comunicazione c’era il problema di inviare l’email con le fatture 4 milioni e mezzo di utenti in 2 giorni e ancora adesso sta funzionando. Una bella problematica come volumi.
Che tipo di cultura oggi deve avere un imprenditore per essere al passo coi tempi?
Bisogna essere aperti come mentalità. Oggi c’è ancora molta paura nell’investire sulle nuove tecnologie, il Covid ha costretto le famiglie a informatizzarsi ma non ha costretto le aziende a farlo. Le famiglie con i vari software di collegamento con scuola e insegnanti hanno fatto un balzo in avanti di 20 anni ma nelle aziende questo non è ancora è accaduto.
Qual è la differenza tra quando eri collaboratore ed oggi che sei imprenditore?
Ho sempre avuto la mentalità imprenditoriale essendo cresciuto nell’attività indipendente di mio padre. Anche quando ero dipendente mi comportavo come se l’azienda fosse la mia e questo è quello che non vedo in tutti. Negli ultimi anni ho visto che per i ragazzi non è più così, nessuno ci crede più. Vogliono il posto fisso anche nella piccola azienda, molti non credono nelle piccole aziende. Questo è il cambiamento che ho visto nei ragazzi.
Che caratteristiche deve avere un giovane che vuole lavorare con te?
Noi cerchiamo persone che hanno la passione nel dover imparare ogni giorno una cosa nuova. Bisogna avere la qualità di mettersi in gioco tutti i giorni e di voler imparare tutti i giorni, volere imparare e metterlo in pratica. Solo questo spinge me, a 50 anni, a fare ancora cose nuove.
Trovi anche il tempo di fare presepi.
Il presepe per me è un hobby, quindi li faccio per rilassarmi. Il nostro lavoro è molto stressante a livello mentale quindi c’è bisogno di una valvola di sfogo, di fare qualcosa di manuale per rilassare il cervello, anche se ti stanchi fisicamente.
Ti sei anche dedicato alla stampa.
Sì, abbiamo acquistato a dicembre questa macchina per la stampa su materiali rigidi grazie agli incentivi statali e bbiamo fatto un grosso investimento, già con l’idea di fare cose particolari. Sto sperimentando ancora. La stampa dei pannelli è classica ma sto sperimentando su tutti i materiali, anche di riciclo, su mattonella e su legno. Ci stiamo divertendo a lavorare anche su legni particolari, legno stuccato, legno rovinato e quindi effetto pietra.
Cosa vuoi fare da grande?
Ho un progetto grande che è quello di fare un laboratorio per ragazzi in cui coltivare i nuovi programmi della nuova generazione. Non è facile perché i ragazzi non credono nel sud, non credono nell’Italia.
Che eredità morale vuoi lasciare ai tuoi figli?
Essere onesti, prima di tutto, ed avere la passione per il lavoro.
Se tu dovessi lasciare un messaggio ai ragazzi della Federico II?
Credete nei vostri sogni e non fatevi fermare dai preconcetti dei genitori. In questo territorio abbiamo tante risorse quindi ci possiamo divertire ancora. Io sono qui, disponibile a dare un poco della mia esperienza .
Se tu domani fossi il presidente del consiglio, qual è la prima manovra che faresti?
Con i PNRR stanno mandando soldi alle scuole su laboratori 4.0, tutte cose bellissime ma io da tecnico dico che gli insegnanti dovrebbero diventare informatici e non è un passaggio banale, quindi non è applicabile; quei soldi spendiamoli nella ristrutturazione delle scuole, in cose che possono servire realmente nell’immediato per non farli diventare altri “banchi a rotelle”. Sicuramente farei anche qualcosa per il riciclo, una vera rivoluzione ecologica.
Grazie Francesco
Grazie a voi
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