0

Frattasio Angelo, Enrico e Peppe

Benvenuti fratelli Frattasio, ovvero “Mixed By Erry”.

Benvenuti a voi.

Il film ed il libro hanno avuto un enorme successo. Vi siete resi conto di esser stati un mito per tutta una generazione?

Dopo gli eventi del ‘97, la nostra storia l’abbiamo seppellita per affacciarci a una vita nuova. Tutto quello che MBE ci ha dato è stato perso. Non eravamo né preparati né educati al denaro, lo abbiamo speso male, non abbiamo avuto abbastanza “cazzimma”. Poi nel 2016 fummo contattati da una nostra amica che voleva raccontare la storia di MBE ma non abbiamo subito accettato perchè non volevamo parlare di questa situazione. Quando l’abbiamo raccontato ci sono stati momenti divertenti ed anche momenti emozionanti, perché questa è una storia di croce e delizia, con cose belle e cose brutte. Ma la cosa sorprendente è che mentre ancora stavamo completando il libro, siamo stati contattati da Sydney Sibilia che voleva raccontare questa storia.

Ma vi siete resi conto di quanto grande è stata la vostra storia imprenditoriale?

Col senno di oggi dico sì, forse le cose stanno così, ma non ci siamo mai resi conto di quello che stavamo facendo e quello che succedeva. La cosa che ci univa era la passione che avevamo tutti quanti per la musica, tutto quello che è successo non era né previsto né progettato. Con gli anni ci siamo resi conto che noi eravamo un mezzo che i cantanti dell’epoca utilizzavano per farsi conoscere ma lo facevamo gratis. Solo mettendoci insieme e raccontandoci per il libro ci siamo resi conto di quel che abbiamo costruito ma non abbiamo saputo sfruttare. Avremmo potuto riempire 4 libri con la nostra storia, quella di tre ragazzi che non volevano più vivere nella miseria, una storia di riscatto sociale.

Parliamo di papà Pasquale

Nostro padre era del 30 ed ha partecipato anche alle “Quattro Giornate di Napoli”, aveva in sé un senso di giustizia enorme. Aveva una bancarella che vendeva whisky contraffatto ma sai mio padre cosa faceva? Nel momento in cui aveva guadagnato i soldi che bastavano per mangiare, chiudeva baracca e baracchella e finiva di lavorare. Perché era cosciente che quello che faceva non era una cosa lecita e non voleva approfittare di questa cosa. Infatti, quando noi abbiamo iniziato il nostro lavoro lui era spaventato. Quando poi venne il giorno in cui gli dicemmo di non lavorare più e stare con noi, si è messo a fare il buon samaritano: stava seduto in negozio ed è diventato nel quartere un riferimento per tutti i ragazzi disoccupati o che avevano problemi che cercava di aiutare facendoli lavorare con noi. Nostro padre sapeva che quel che facevamo non era legale, di questo ne eravamo consapevoli tutti e ancora oggi siamo consapevoli che quel che abbiamo fatto è sbagliato, però in quegli anni, il nostro quartiere era al centro dell’attenzione per le cose che succedevano, lotte di camorra e di droga, e sapere che noi eravamo fuori da quelle problematiche nel nostro negozietto di musica per lui era importante.

Un aneddoto legato alla guerra che vi raccontava?

Ci raccontava come è nato il contrabbando. Gli americani si avvalevano dei bassi di forcella come deposito delle sigarette e la gente dell’epoca ebbe l’idea di prendere le sigarette e rivenderle sulle bancarelle. Da lì è nato l’input di fare il contrabbando, loro prendevano le sigarette e se le vendevano e da lì poi i contatti fuori l’Europa e da lì tutta la storia.

Parliamo delle celeberrime cassette?

Allora non esisteva una piattaforma, c’era chi venive da noi, gli vendevamo 10 Ramazzotti, poi li copiava, compresa la mia voce, ne vendeva 1000 e alla fine abbiamo pagato noi il conto con la giustizia. Se noi sul mercato mettevamo, per dire, 10 Mario Merola, non si sa come diventavano 1.000/2.000. Il pirata prendeva la mia cassetta, la copiava e ci teneva pure la mia voce all’interno e fotocopiava la copertina. Noi firmavamo la copertina con il famoso “Mixed by Erry” per divertirci però non sapevamo che il conto con la giustizia lo avremmo pagato solo noi. Questa è la morale della nostra storia, siamo stati il capro espiatorio. Nel ‘97 abbiamo smesso, c’è stata una serie di processi e per uscire abbiamo firmato un contratto con le case discografiche che fino a vita natural durante, non ci saremmo più occupati di prodotti audiovisivi. Ci siamo reinventati la vita, lui con la telefonia, io con le confezioni per i bar, lui con l’abbigliamento. Bene o male siamo andati avanti nella nostra vita tranquilla. Poi grazie a Dio questa storia del libro ed il film ci ha rimesso in gioco, anche per le serate come DJ.

Enrico si può dire che con le tue compilation sei stato l’antesignano dell’algoritmo di Spotify?

Avevamo una grande passione e cultura musicale che abbraccia tutti i generi, dallo Zecchino d’oro ai Rolling Stones, dai Beatles alla storia della canzone napoletana. Gli altri facevano cassette copiandolo per guadagnare soldi, noi lo facevamo per passione. Se tu compravi una cassetta con un cantante, io, per completare i 60 minuti di durata, aggiungevo i pezzi di un altro cantante simile e così anche con le Compilation dando a tutti la possibilità di conoscere sempre nuovi artisti. Inoltre abbiamo dato anche a chi non poteva permettersi il prezzo di un disco la possibilità di acquistare i propri cantanti preferiti. Le nostre cassette, poi, arrivavano anche in luoghi in tutta italia dove non c’erano negozi di dischi.

Com’è essere riconosciuti e famosi dopo che per tanti anni siete stati “nascosti”?

I complimenti più belli che stiamo apprezzando sono quelli del settore, i professionisti, i giornalisti che si occupano di musica, i musicisti a livello nazionale che ci contattano per complimentarci per quello che abbiamo fatto. Ma è bello anche il cittadino normale che ci ferma per strada e chiede un selfie.

Cosa volete fare da grandi?

Cosa vuoi che vogliamo nel nostro futuro? La prima cosa è di stare bene, solo quello vogliamo fare da grandi, stare bene e insieme andare a fare le Serate, anche le feste private. Abbiamo messo su uno spettacolo che dura tra l’ora e mezza e le due ore dove uno fa il regista, uno canta, uno fa il DJ con la sicurezza che ci divertiamo anche noi. Quello che facevamo all’epoca nella cassetta adesso lo facciamo dal vivo ed è ancora più bello

Un messaggio che vi sentite di dare ai ragazzi?

Coltivate la vostra passione con dedizione e disciplina

Grazie Angelo, Enrico e Peppe.

Grazie a tutti.

Lascia un commento

Scroll to top