Chi è Antonio Minopoli?
Sono un giovane imprenditore, laureato in Ingegneria Civile per lo Sviluppo Sostenibile . Ho sempre lavorato e fatto diverse cose che mi hanno fortificato e formato. L’ultima esperienza prima della laurea è stato il porta a porta con Enel Energia. Laureato nel Marzo 2008 ho iniziato a fare impianti fotovoltaici. Proprio il giorno della mia laurea, ebbi la proposta dall’amministratore delegato di un’azienda con cui collaboravo in quel periodo per fare l’Energy Manager, quindi la consulenza sulla parte impiantistica ma a latere anche i contratti. Il mondo della contrattualistica, dei servizi mi è piaciuto tant’è che ho fatto il direttore commerciale di un’azienda di Genova aprendo il distaccamento Sud Italia, di cui ero il direttore commerciale. Successivamente ho aperto la mia azienda di energia.
Cosa ti fa svegliare un’ora prima?
I pensieri, l’amore che ho per il mio lavoro. La mente è sempre in attività per sfornare nuove idee.
Che rapporto hai con la tua famiglia d’origine?
Ottimo e quella è stata la mia fortuna perché ci hanno sempre insegnato l’unione familiare tanto che in azienda lavorano pure mia sorella e mio fratello.
Che cosa sognavi di fare da grande?
Ricordo che da piccolo ero con i miei familiari e vidi una villa molto bella. E chiesi a mio padre che lavoro facesse questa persona per avere questa villa. Mio padre mi disse o l’ingegnere o il mariuolo; dissi a papà, che allora da grande avrei fatto l’Ingegnere. Non sono molto attratto al bene materiale ma per me diventare Ingegnere era una sfida.
Come è nata Idea?
Idea è nata quando facevo il direttore commerciale per l’azienda di cui parlavo prima, che si occupava di energia elettrica e gas, portandola a fatturare solo il primo anno 70 milioni di euro lavorando esclusivamente con le industrie e con le corporate. Il secondo anno sfiorammo i 100 milioni di euro, ma all’inizio del terzo anno mi dissero che mi volevano non più come direttore commerciale, ma all’interno dello staff tecnico. Però stare all’interno di un ufficio fermo ed essere “gestito” mi stava stretto e così diedi le dimissioni. Così il 7 Marzo aprii la mia azienda, ma non avevo nulla da parte ed è stato un salto nel vuoto perchè tutti i pochi risparmi che avevo accumulato per il matrimonio di Giugno li ho dovuti dedicare totalmente all’azienda. Forse è stato un azzardo ma puntavo sul fatto di avere molta esperienza nel settore (dal commerciale alla consulenza, dalla direzione commerciale al manager), inoltre avevo clienti che mi seguivano negli anni, tant’è che nei primi 6 mesi di attività superammo i 2 milioni d’euro di fatturato. Abbiamo creato una holding che comprende 6 aziende tra cui “Idea Store”, che si occupa di e-commerce, e “Idea Move”, società di noleggio auto breve e lungo tempo e luxury.
In che modo un imprenditore, un’impresa, deve scegliere i propri collaboratori?
Io sono del parere che bisogna delegare molto e lasciare andare. Ognuno nel proprio settore, deve seguire il proprio know-how. Ognuno deve fare il suo. E questa cosa probabilmente nel mio piccolo, mi ha dato ragione.
Cos’è Clock?
Clock è stata una sfida . L’intento era di aprire un American Bar, per creare nella provincia di Napoli, a Quarto (dove abbiamo gli uffici di tutte le nostre aziende), un locale che possa essere attrattore della zona, un punto di riferimento.
Quanto è importante l’amore che tu hai per Quarto e quindi la responsabilità sociale che la tua impresa sviluppa sul territorio?
È la base di partenza della passione che ho per il mio lavoro. Tant’è che abbiamo creato anche la Fortitudo, una squadra di calcio, nata dalla passione che abbiamo io e mio fratello, e l’abbiamo chiamata Fortitudo Campi Flegrei per abbracciare tutto il nostro territorio.
Chi è Luca, tuo fratello?
Luca è il terzo dei figli, abbiamo 9 anni di differenza. Lui è il mio braccio destro ed è anche amministratore di alcune aziende. Spesso mi sostituisce in importanti operazioni.
Chi sono i mentori a cui ti sei ispirato?
Ho seguito il direttore commerciale dell’azienda di consulenza che mi ha formato, un mio carissimo amico, che è un imprenditore nel settore della termoidraulica e del tecnologico. Così come il direttore commerciale e proprietario della prima azienda con cui ho lavorato. E probabilmente, avendo frequentato loro che facevano impresa, mi hanno messo nella mente la voglia di fare, di essere libero professionista.
Quanto è importante la formazione post laurea?
Penso che sia una cosa davvero importante. È una cosa che noi facciamo continuamente. Per noi la formazione è veramente chiave nella crescita imprenditoriale e personale.
Qual stata la difficoltà più grande che hai superato?
Questo periodo che stiamo vivendo e stiamo fortunatamente superando. “Idea”, una delle nostre aziende era General Contractor nel percorso del “Bonus 110” per generare credito d’imposta e in parte auto utilizzarlo sulle tasse. Purtroppo siamo bloccati con svariati milioni di euro sul cassetto fiscale e, successivamente, ci siamo anche imbattuti nella crisi energetica dovuta alla guerra. Per noi l’obiettivo era non fallire per cui decidemmo di uscire dal mercato. Dopo 7 8 anni di attività importante abbiamo rilasciato circa 20000 clienti. Da un anno e mezzo il mio ruolo in azienda è quello di cercare la scialuppa di salvataggio, il piano B, il piano C, il piano D e piano piano ne stiamo uscendo
Se ti guardi indietro sei soddisfatto di quel che hai costruito partendo dal niente?
Con la cura e la passione che metto nel lavoro e con i tempi serrati, è difficile che mi fermi a vedere cosa abbiamo fatto. Ma posso solo gioire ed essere soddisfatto delle scelte e delle difficoltà. Molte scelte le ho fatte da solo seguendo il mio istinto e spesso è stata la scelta giusta. Oggi sono contento di quello che ho fatto. Intorno a me ci sono tante persone che mi vogliono bene e collaborano con me.
Se tu fossi oggi il Presidente del Consiglio, qual è la prima manovra che faresti per il nostro Paese?
Abbassare la tassazione, soprattutto l’iva. Mi è capitato di viaggiare e lavorare in paesi dove l’iva era anche al 9%. Lì non evadi perché il 9% lo paghi e lavori. Probabilmente abbassando la tassazione, ma sempre con controllo alto, si può muovere un po’ di più pure l’economia. L’impiegato, il dipendente che prende lo stipendio fisso ha difficoltà enormi a far girare l’economia.
Cosa consigli agli studenti della Federico II?
Lo studente ideale non è tanto quello del 110 perchè spesso ha visto solo i libri, non ha fatto pratica e non è avvezzo al “problem solving”, secondo me il migliore studente è quello che già ha fatto esperienze lavorative.
A chi diresti grazie?
Ai miei genitori per quello che ci hanno dato: la base, l’educazione e l’unione familiare.
Cosa vuoi lasciare ai tuoi figli, non in termini patrimoniali, ma in termini di insegnamento?
Almeno una parte di quello che ci hanno dato i nostri genitori.
Come ti vedi da grande?
Ancora con tanta passione, perché la passione mi anima e mi dà anche gli stimoli per andare avanti ed avere nuove idee e nuovi progetti.
Grazie, Antonio
Grazie a voi.
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