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D’Ottavio Angelo

Chi è Angelo?
Mi considero un lavoratore nel mondo rurale perché lavoro in Abruzzo, un territorio che amo profondamente. Vivo, o meglio, per ora dormo solo nel mio piccolo Comune San Valentino in Abruzzo Citeriore ed una delle mie attività preferite è passeggiare in montagna.

Raccontaci un momento felice della tua infanzia
Quando la mia famiglia mi ha comprato una macchinina rossa a pedali. Me lo ricordo come il momento in cui ho imparato a gestire qualcosa e a far andare una macchina. Ricordo le mie sorelle, i miei genitori, una bella famiglia.

Cosa ti hanno insegnato i tuoi
genitori?
Umiltà, rispetto ed altruismo.

Ad un certo punto, la politica è entrata nella tua vita. È una passione, una vocazione, un lavoro?
È una passione che ho vissuto ed attuato. Fare politica è impegnarsi quotidianamente ed io l’ho fatto proprio nel partito. Poi per evoluzione naturale mi sono trovato ad essere amministratore: prima Consigliere e poi Sindaco, poi Consigliere Provinciale e dipendente Regione Abruzzo.. Ho avuto anche esperienza ministeriale, sono stato nella politica attiva per un ventennio.

Quali valori dovrebbe avere un politico per essere al servizio dei cittadini?
Deve essere preparato dal punto di vista culturale, essere appassionato e non deve preoccuparsi della prossima campagna elettorale, deve preoccuparsi di fare bene quotidianamente, circondarsi di persone valide e vivere tutti i giorni con la consapevolezza dell’effetto delle proprie azioni su tante persone..

Eri in un partito con una forte identità, per te cosa ha rappresentato Giorgio Almirante?
Era il faro, anche se l’ho vissuto solo in parte. Poi c’è stato Gianfranco Fini. Ho avuto la fortuna di vivere dall’interno la vita di partito e conoscere queste persone.

Perchè hai deciso di lasciare la politica attiva?
Il motivo più importante è che il partito in cui militavo ed in cui ho ricoperto ruoli importanti chiuse e non ho trovato più stimoli e riferimenti. Partecipai al congresso di chiusura di Alleanza Nazionale e, la settimana successiva, al congresso di costituzione del PDL senza iscrivermi. Avevo vissuto la mia esperienza ma era arrivato il momento di smetterla. E non sono pentito.

Nella tua vita ti sei sempre preoccupato di valorizzare: territori, aziende, persone. Fa parte della tua indole valorizzare ciò che ti sta intorno?
Questo non sta a me dirlo, è chiaro però che l’obiettivo è quello. La mia passione sono le risorse umane. Più che puntare ad un obiettivo economico, quello sarà una conseguenza, preferisco valorizzare i partner, i collaboratori perché si vince insieme non si vince mai da soli e nelle Imprese ancora di più. L’Impresa è bella perché anche nei momenti di difficoltà facendo squadra puoi costruire qualcosa di bello. La valorizzazione del tempo, dello spazio e delle persone è un mio obiettivo quotidiano.

Che cos’è Abrex e cosa si propone di fare?
È un progetto che nasce con l’obiettivo di offrire alle aziende uno strumento resiliente che possa aiutarle ad uscire dalle difficoltà utilizzando uno strumento finanziario ulteriore al servizio dell’economia reale. Questo è l’obiettivo di Abrex, per il quale abbiamo lavorato in team. Il periodo pandemico ci ha tolto sicurezze e punti di riferimento, quello che c’è oggi potrebbe non esserci domani. In Abrex ci confrontiamo e cerchiamo di essere pronti a risolvere problemi. Dico sempre che il nostro lavoro è alimentato dalle difficoltà: cerco di trasferire, ed i miei colleghi mi aiutano in questo, il fatto che trovare problemi ci aiuta nel cercare la soluzione. Il nostro obiettivo è cercare di risolvere problemi.

La cosa innovativa dei Circuiti di Moneta Complementare è che voi concedete affidamenti, credito commerciale senza far pagare un interesse passivo all’associato.
In realtà, non essendo una banca, neanche potremmo far pagare interessi. Siamo nati con l’obiettivo di creare un sistema di pagamento complementare costituendo una rete di piccole imprese e nel tempo si sono aggiunte anche imprese più grandi, ma il nostro “core” resta il piccolo.

Si può dire che la moneta complementare di Abrex è uno scambio di fiducia, di beni o servizi tra gli associati?
Assolutamente sì. Io non amo chiamarla “moneta complementare” preferisco chiamarla “strumento di pagamento” che si basa sulla fiducia, sulla stretta di mano.

Cosa vuoi fare da grande?
Continuare quello che sto facendo adesso, far crescere Abrex e cercare di valorizzare il mio territorio e le realtà Abruzzesi. Mi auguro di poter tornare a vivere appieno il mio paese San Valentino in Abruzzo Citeriore, il Comune con il nome più lungo d’Italia, perché oggi ho appena il tempo di dormirci. Spero di avere più tempo per le mie passeggiate in montagna, un’attività che mi piace fare in compagnia ma che amo soprattutto in solitaria perché stare a contatto con la natura incontaminata ti aiuta ad essere sereno ed in armonia con tutto ciò che ti circonda.

Grazie per questa intervista Angelo
Grazie a voi

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